DigitaleBox featured in Political Communication Analysis by Elania Zito, author « Political Communication in Italy » (La comunicazione politica in Italia, Italian Edition).
Dalle presidenziali francesi, l’esperienza del marketing politico per vincere le elezioni
Che cosa rende un candidato “vincente”?
Nella ricetta di una buona campagna elettorale, ci sono diversi ingredienti che contribuiscono a farne un buon progetto elettorale: il carisma e la leadership del candidato, il supporto dell’opinione pubblica e la partecipazione politica. Fattori questi che costituiscono la comunicazione politica e che, se gestiti in maniera strategica e strutturata, permettono al candidato di inserirsi nel dibattito politico e di raggiungere un buon risultato elettorale.
Nel contesto politico, la comunicazione gioca un ruolo di prima fascia e saper comunicare è l’elemento principale nella corsa alla poltrona. Ma la comunicazione politica deve essere in grado di adattarsi alla società in cui si inserisce ed evolversi al tempo stesso.
Di cosa stiamo parlando?
I Big data in politica raccolgono dati pubblici sui cittadini e forniscono ai politici importanti informazioni sugli elettori: sfruttando tecniche di marketing e di profilazione, il politico riesce ad intercettare informazioni e valori utili a condurre e pilotare la propria campagna elettorale. Identificare per riuscire a comunicare e ad interagire con il proprio elettore attraverso tecniche di micro-targeting.Un’opportunità per i candidati di creare e organizzare una vera e propria banca dati dei propri elettori, digitalizzando così la comunicazione politica.
Oggi la comunicazione politica è cambiata e gli strumenti a disposizione del candidato si sono evoluti. Ed è in questo contesto che si è inserito un altro elemento che contribuisce a fare di una campagna elettorale quella ‘vincente’: i Big Data.
Chi non ricorda la campagna elettorale di Obama? Mentre in Italia sperimentavamo il clickattivism a 5 stelle, oltreoceano si usavano già i big data e consegnavano a Obama il suo secondo mandato nel 2012 nello spirito dello slogan del Washington Post “The Big Data President”.
Ma come?
Tutto questo è possibile attraverso software che raccolgono e organizzano i dati per la strategia elettorale, strumenti che oramai sono indispensabili per chi lavora dietro le quinte dei quartier generali delle campagne elettorali e per chi gestisce la comunicazione politica permanente durante il mandato dei candidati eletti. E il web 2.0 fa la propria parte in questa strategia: i software dati organizzano la comunicazione tramite e-mail, SMS e soprattutto attraverso i social media. In una parola: connessione. Dell’insieme dei dati del candidato, dei dati elettorali e dei dati trasmessi e ricevuti tramite il mailing, i siti web e i social.
Insomma, questi strumenti aprono nuove opportunità ai candidati. Dalla digitalizzazione dei dati al face-to-face con l’elettore. Dall’ascolto all’interazione diretta attraverso gli incontri sul territorio.
Chi c’è però dietro tutto questo?
L’esperienza statunitense dei big data è stata tradotta anche in Europa. E in Francia le campagne elettorali delle présidentielles 2017 e le successive legislative si sono giocate nei quartier generali di startup che hanno sviluppato questi software.
DigitaleBox è una delle prime startup ad aver sviluppato un software di comunicazione politica, uno strumento di marketing politico per mobilitare gli elettori e favorire la partecipazione politica a più livelli. Uno strumento “che sa rispondere ai bisogni degli eletti, nel rispetto del budget stabilito” – spiega il direttore di DigitaleBox, Vincent Moncenis.
Lanciata nel 2013, DigitaleBox è la concorrente francese delle società americane affermate nello stesso settore e si è oramai stabilmente installata nel mercato politico francese, oltre a quello europeo ed internazionale. Già presente, infatti, in Belgio, Inghilterra (e presto anche in Italia), ma anche in Africa e in Canada, DigitaleBox permette al candidato di condurre una campagna elettorale grazie all’utilizzo di banche dati, oltre ad orientare la comunicazione politica del candidato e ad organizzare le community online dei cittadini. Uno strumento dall’interfaccia semplice che permette di estrapolare like e followers e inserirli così nella propria banca dati. Ma anche di gestire i contenuti pubblicati online, analizzare il proprio elettorato, inserirsi nel dibattito pubblico (online e offline) e interagire attraverso l’invio di e-mail, SMS o call to action per la partecipazione ad eventi. Le informazioni condivise volontariamente dai cittadini sul sito web del candidato possono così essere incrociate dal software con le liste elettorali.
L’obiettivo finale? Inviare il giusto messaggio alla giusta persona, facendo così del candidato il medium stesso del suo messaggio.
DigitaleBox si presenta, quindi, come un vero e proprio strumento di Customer Relation Management (CRM) – dove, in questo caso, il cliente è il cittadino elettore – con la missione di “democratizzare i sistemi di organizzazione delle comunità”, si legge nella mission della start-up.
E quanto alla privacy?
Al contrario della concorrenza d’oltreoceano, DigitaleBox lavora nel rispetto della legislazione europea in materia di vita privata e dati sensibili. Rispetto alla legislazione statunitense, infatti, in Unione europea ci sono norme più restrittive sulla privacy. Per questo, in Francia (e in Europa in generale) non è possibile raggiungere il singolo individuo, ma l’analisi viene effettuata per area di riferimento, utilizzando ad esempio i risultati delle tornate elettorali precedenti e i dati demografici, oltre che di censo.
DigitaleBox è utilizzato in Francia da circa 200 candidati eletti tra consiglieri municipali, dipartimentali e parlamentari, mentre nelle appena trascorse elezioni presidenziali e legislative è stato utilizzato rispettivamente da 4 e 150 candidati.
Uno strumento che cambia le regole del gioco, quindi. Un nuovo modo di fare campagna elettorale che smezza l’idea che basti la sola immagine del candidato per dividerla invece con dati e numeri. Una piattaforma che consegna in mano al candidato il suo progetto elettorale e favorisce la partecipazione politica. Chissà che per le nostre prossime elezioni politiche la rottamazione non parta proprio da qui. Dalla tecnologia e dai big data.
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